mercoledì 7 novembre 2012

La collega tatuata - Margherita Oggero



Titolo: La collega tatuata
Autore: Margherita Oggero
Pagine: 196

Voto:

Che romanzo delizioso!! Veramente consigliato! 
E' un giallo, ma un giallo leggero, frizzante, con personaggi memorabili ed estremamente divertente.. E complimenti alla Oggero, che è riuscita a stupirmi..!
Mi è piaciuto perché, tra le altre cose, la protagonista è una persona completamente normale. Come potrebbe essere ciascuno di noi, insomma! E' una donna di mezz'età (quasi!) con un marito e una figlia di otto anni, che riesce ad avere sempre l'ultima risposta, sagacissima, tralaltro! E' una professoressa e quando decide di indagare sull'assassinio della sua nuova collega, non finge sentimentalismi inutili e falsi: no, continua a non provare poi così tanta simpatia.. 
Mi è piaciuto anche perché trasmette allegria e serenità la vita quotidiana di questa donna.. Sono molto carine le scene di famiglia, anche se certi pezzi mi hanno fatto ridere come una cretina :D
Ecco, fra tutte le altre cose le risate.. La Profia, come ogni tanto si definisce la protagonista, è fantastica *_*
Gaetano è il mio personaggio preferito.. Mamma che tenerezza, che mi ha fatto!!! Ammetto di aver fatto il tifo per lui.. E anche se Renzo e la Prof sono carini, la scappatella ce l'avrei vista bene.. Dolcissimo *_*

Imperdibile!!

CITAZIONI:


In prima elementare, dovendo comporre tre pensierini sugli animali domestici, aveva testualmente scritto: “Il cane puzza. Il gatto apartiene alla tribu dei felini. Il canarino è ciallo e signorile.” La maestra non aveva apprezzato nessuna delle tre perentorie affermazioni, non aveva gradito né forma né contenuto e aveva imposto di rifare il tutto. La seconda versione, chiaramente provocatoria, era stata: “Il cane fa le scoregge. Il gatto no. Il canarino neanche.”



Va bene, d’accordo, cederò alla tentazione e leggerò le annotazioni dell’agenda, tanto lo sapevo sin da stamattina che sarebbe finita così. Ho soltanto sfoggiato con me stessa un abito di ipocrita virtù, pur essendo disponibile allo striptease integrale.



Oggi è venerdì e dopo il venerdì viene il sabato, i bambini lo imparano a tre anni, salvo Renzo che l’ha imparato a dodici, non perché sia particolarmente ritardato ma perché ha passato l’infanzia nelle savane dell’Africa, come un povero piccolo Tarzan o Mowgli, con genitori umani più eccentrici e imprevedibili di scimmie e lupi.



Sfamato l’animale, ci fu la piccola consolazione di non dover preparare, in assenza del pater familias, un pasto regolare e di poter mangiare, secondo la locuzione impropria ma efficace di Livietta, “alla bastarda”: una specie di pâté in tubetto spalmato su fette di pane in cassetta fortunosamente ritrovate in frigo, ma con sospette striature verdastre, tre pomodori superstiti due formaggini e un pezzo di torrone.



Insomma, lei non l’aveva certo sposato per passione, perché Eros è bendato ma non deficiente e le frecce non le scocca alla cazzo di cane.



Sono stata indiscreta o meglio troppo brutalmente diretta, agli uomini non piace l’attacco frontale, anche i più evoluti, quelli che non usano la clava, preferiscono le moine circonlocutorie e i balletti seduttivi, se li tratti alla pari si sentono minacciati nella loro virilità, poveri maschietti infragiliti dal femminismo e dal ribaltamento troppo rapido dei loro piedistalli...



«C’è qualcosa che non va?» «Si vede?» «Si vede. Scusami, sono stata indiscreta. Non sempre riesco a frenare il mio lato canino.» «Canino in che senso?» «Nel senso che la tristezza del prossimo – non di tutto il prossimo, sia chiaro – mi mette in apprensione e ho subito voglia di scodinzolare o dare la zampa o fare qualche numero da circo per tirare su il morale.»


(Qui e alla scena successiva ho riso come una demente.. Fortuna che ero in solitudine!!)


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