giovedì 6 dicembre 2012

American dust - Richard Brautigan

Titolo: American dust
Autore: Richard Brautigan
Pagine:
Titolo originale: So the wind won't blow it all

Voto: 

Vorrei che invece di proiettili mi fosse venuta voglia di un hamburger.
La storia inizia in medias res e quindi durante la lettura si avverte continuamente il senso della tragedia imminente..
Il romanzo è assai breve, però diamine come ti cattura!
La narrazione dell'autore è accattivante, intelligente e spesso molto arguta.. Il mondo visto dagli occhi di un bambino dodicenne fa spesso sorridere, alcune uscite sono bellissime!
Mi piace il punto di vista adottato, quello di un uomo di 40 anni che guardo indietro al suo passato..
Vengono presentati personaggi unici e 'tipici' (in senso di tipi!): il vecchio guardiano alcolizzato che controlla la segheria e ammette candidamente che se mai venissero i ladri, lui li lascerebbe fare ma non li aiuterebbe a caricare la refurtiva perché lo pagano troppo poco, il vecchio che vive vicino al lago e ha la fama di ammazza-bambini (assai distante dalla verità) e che ha costruito un pontile e una barca perfetti ma mai utilizzati, i due coniugi grassi che pescano in riva al lago sul divano con tanto di lampade (al petrolio!) e tavolini intorno a loro.
Facendo un'analisi oggettiva, il romanzo è piuttosto sconclusionato e spesso non mi sarebbe dispiaciuto se alcune parti fossero state un po' più approfondite.. Eppure nonostante questo, c'è qualcosa di magnetico che me l'ha fatto molto apprezzare!!
Per quanto riguarda la sua azione terribile.. A me ha fatto tenerezza dopo che ho scoperto cosa fosse successo.. Insomma, molto è dovuto al caso!
Però la parte sull'interesse spasmodico per gli hamburger è memorabile!!!
Non avevo ancora chiaro il concetto di "per sempre", ma sapevo che era più di quanto mancava a Natale.
Ogni volta che sentivo la parola polmonite, mi si drizzavano le orecchie. Mi sembrava un modo orribile di morire. Non volevo che i polmoni mi si riempissero piano piano di acqua e che finissi per morire da solo, affogato, non in un fiume o in un lago, ma in me stesso.
Avevo dodici anni e nessuno faceva caso a un ragazzino con un fucile sottobraccio che si beve un'aranciata davanti a una stazione di servizio.
Altri grilli si erano uniti a quel primo solista, ma i nuovi non avevano la stoffa della star. Erano grilli normalissimi. Nessuno da Hollywood sarebbe mai venuto fino in Oregon a scritturarli.

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